Solitamente quando si ha bisogno di maggiore liquidità si pensa alla richiesta di un prestito. Però c’è anche una seconda opzione che si può considerare ossia quella del fido bancario sul conto corrente. Sicuramente ne hai sentito parlare ma cos’è esattamente, come funziona e quanto costa? Scopriamolo!
Cos’è
Il fido bancario, o affidamento, è definito come l’impegno assunto da una banca a mettere una somma a disposizione del cliente, o di assumere per suo conto un’obbligazione nei confronti di un terzo.
Fonte Wikipedia.org
In genere il fido, quando concesso ad un privato, rimane attivo a tempo indeterminato mentre per le aziende può essere di tipo temporaneo.
Naturalmente è necessario distinguere il funzionamento di un fido da quello di un prestito tradizionale.
Il primo infatti, prevede l’accesso a un fondo da utilizzare ogni qual volta se ne ha bisogno. Il secondo invece prevede l’accredito di una somma di denaro che poi bisogna restituire alla banca con gli interessi mediante una rata mensile.
È quindi importante capire la differenza tra fido sul conto corrente e prestito o finanziamento personale. Vediamo nel dettaglio come funziona, quali sono i requisiti per ottenerlo.
Perché si usa il fido bancario
Il fido bancario è uno strumento finanziario va utilizzato solo nel caso in cui vi sia urgente bisogno di liquidità, denaro che verrà poi restituito in un breve lasso di tempo.
Occorre anche tenere presente che tale fido viene visto dalla banca con un prestito a tutti gli effetti. La somma concordata è tutta resa disponibile anche al prelievo in una unica soluzione! Ecco la ragione per cui anche quando lo stesso non è utilizzato viene conteggiato come se si ha un finanziamento in essere.
Ne consegue che se si ha necessità di un comune prestito personale, lo stesso potrebbe essere negato. Ciò potrebbe avvenire quando il reddito percepito non è sufficiente a garantire un altro finanziamento.
Infine, dato che ogni prestito – come lo è in sostanza anche il fido – viene segnalato alla centrale rischi e quindi risulta nella visura CRIF. In conseguenza di ciò ogni richiesta di prestito – anche se effettuata presso un altro istituto di credito trova un ostacolo alla sua approvazione.
Fido bancario come funziona
Il funzionamento del fido bancario prevede l’erogazione di una somma ben precisa che viene pattuita insieme al cliente e che può essere utilizzata quando si preferisce sia per il prelievo contante sia per effettuare dei pagamenti.
La banca concede dunque la possibilità di accedere a una specifica somma, quando il saldo del conto risulta essere negativo. Per chi ha un conto personale in genere il fido concesso è di 1.500€. Questo invece può essere maggiore per le imprese, liberi professionisti e commercianti che possono ottenere anche sino a 10 mila euro.
Per ottenere un fido in banca servono garanzie le quali consentono il rientro dei soldi concessi in prestito. Come accennato, però bisogna fare una netta distinzione tra un normale finanziamento e il fido bancario. Nel primo caso infatti, la banca eroga una somma ben precisa e la versa sul conto del richiedente, che poi si impegna a restituirlo con delle rate mensili.
Il fido invece prevede l’erogazione di un fondo a cui si può accedere solo nel momento in cui il conto ha un saldo negativo. Questo poi viene “restituito” ogni qual volta si fa un versamento di denaro, gli interessi per quest’anticipo da parte della banca sono calcolati invece ogni 3, 6 o 12 mesi a seconda del contratto stipulato. Il fondo infine, si rigenera ogni qual volta si è rientrati del debito.
Facciamo un esempio, se la banca concede 1000 euro di fido e ne si utilizzano 800 euro, il mese successivo quando versi lo stipendio pari a 2000 mila euro, sul tuo conto avrai una liquidità pari a 1200 euro e un fido rifondato nuovamente di mille euro. In base al tempo, che è passato dall’impiego dei soldi sino alla loro restituzione, verranno poi calcolati gli interessi.
Costi ed interessi
La commissione che si paga nel momento in cui si impiega il fido solitamente arriva a un minimo dello 0,5% ad un massimo del 14% di interessi sulla somma prelevata, questi poi vengono addebitati sul conto del cliente ogni tre mesi. Se il fido non viene utilizzato annualmente il tasso di interesse sulla somma resa disponibile è pari al 2%. Inoltre, il primo anno dopo la concessione del fido, al momento del pagamento delle commissioni, è necessario corrispondere anche i costi di istruttoria sostenuti dalla banca al momento della richiesta.
Come richiederlo
Per ottenere un fido bancario bisogna farne richiesta l proprio istituto di credito. Come detto servono garanzie e bisogna soddisfare i seguenti requisiti:
- essere clienti della banca da almeno un anno;
- avere un conto che presenta movimentazioni costanti;
- avere un reddito dimostrabile;
- non avere protesti o segnalazioni al CRIF.
Se si hanno tutti i requisiti richiesti, allora la banca può decidere di concedere il fido basandosi sulla media del reddito annuale. Spesso, infatti gli istituti di credito scelgono di prestare una somma pari o poco superiore a quella dello stipendio o degli accrediti mensili che si fanno in forma ricorrente sul conto corrente. Dopo la richiesta si stipula un contratto, questo di solito è a tempo indeterminato.
Come funziona lo scioglimento contrattuale
Il fido bancario, come abbiamo visto è un rapporto contrattuale che si instaura tra il cliente e la banca e che può avere una durata a tempo indeterminato. Ma come funziona l’eventuale scioglimento del contratto?
Il rapporto dei contratti a tempo indeterminato si estingue sempre alla morte del cliente e non è trasmissibile agli eredi. Ci sono però anche diverse possibilità per recedere prima della scadenza naturale del contratto.
Il primo caso è previsto nel momento in cui il cliente, pagati tutti gli interessi dovuti e restituita la somma ottenuta, sceglie di chiudere volontariamente il contratto. Questo può succedere al momento della chiusura del conto nella banca con cui si è stipulato l’accordo, o quando non si ha più necessità di avere un fido.
Nel secondo caso, invece, la recessione del contratto può avvenire da parte della banca. L’istituto di credito infatti, può scegliere di fare quest’azione nel momento in cui sussiste una buona causa. Nel caso il recesso venga predisposto dalla banca, questa deve dare un preavviso di 15 giorni al cliente, che gli permetta di restituire la somma che gli è stata accreditata.