I buoni fruttiferi postali, se sei un investitore al dettaglio e desideri un rendimento sicuro, potrebbero essere la miglior soluzione per gestire i tuoi risparmi. I BFP, infatti, garantiscono sempre la restituzione della somma investita e ti consentono di scegliere tra una vasta gamma di prodotti.
Vediamo nello specifico quali sono le principali caratteristiche di questi prodotti finanziari, quali vantaggi riservano all’investitore e quali sono gli aspetti sfavorevoli.
Cosa sono
I buoni fruttiferi postali (BFP) sono un prodotto di investimento finanziario a basso rischio che viene collocato in via esclusiva dalle poste italiane e viene emesso dalla Cassa Depositi e Prestiti (CDP), ovvero la società per azioni a controllo pubblico che si occupa della gestione del risparmio di Poste Italiane.
Essi sono particolarmente adatti agli investitori prudenti che desiderano tutelare il proprio capitale e allo stesso tempo rendere più efficiente il proprio portafoglio, grazie a una opportuna diversificazione degli investimenti.
I BFP, allo stesso modo dei buoni del tesoro (BOT), sono prodotti garantiti dallo Stato. A differenza di questi ultimi, tuttavia, il prezzo dei BFP non è suscettibile ad alcun tipo di oscillazione: ciò significa che il loro valore è stabile, ovvero non è legato all’andamento dei mercati.
La quotazione dei Bot, invece, è variabile e può capitare che essi siano rivenduti ad un prezzo inferiore a quello di acquisto. Da ciò si evince che i BFP, pur fornendo un rendimento medio inferiore, rappresentano per l’investitore un prodotto finanziario quanto mai sicuro e affidabile.
Vantaggi
Il primo evidente vantaggio del Buono Fruttifero Postale è rappresentato dal rendimento sicuro e dalla totale assenza di rischi rispetto al capitale investito.
In secondo luogo i BFP consentono all’utente di richiedere in qualsiasi momento il rimborso della somma investita, con i relativi interessi maturati fino a quel momento.
Per i BFP, come per i titoli di stato (BTP, BOT E CCT) è prevista la tassazione sui rendimenti agevolata (pari al 12,50% annuo): si tratta di un prelievo sui guadagni piuttosto contenuto, se paragonato alla tassazione ordinaria applicata ai conti deposito, alle obbligazioni, alle azioni e ai fondi di investimento (26%) o al prelievo annuo che colpisce i conti correnti (20%).
Per i BFP non sono previsti costi di gestione né di sottoscrizione, diversamente da quanto accade per i fondi pensione e le polizze vita.
Negli ultimi anni i rendimenti prodotti dai buoni fruttiferi postali si sono significativamente ridotti, a causa del calo dei tassi di interesse. Essi, infatti, oscillano tra un minimo dello 0,25% lordo annuo ad un massimo del 3,5% lordo annuo, nel caso in cui si tratti di un investimento a lungo termine (10-20 anni).
D’altra parte essi risultano ancor meno redditizi nell’immediato: nel breve periodo, in altri termini, l’investitore al dettaglio non riuscirà, con i BFP, ad accumulare granché.
Si paga l’imposta di bollo?
Come avviene per qualsiasi prodotto finanziario, anche per i Buoni Fruttiferi Postali è necessario pagare la cosiddetta imposta di bollo, pari ogni anno allo 0,2% del capitale.
Tale quota viene detratta dal montante (capitale + interessi maturati) al momento del rimborso. Va detto, tuttavia, che i BFP sono esenti dall’imposta di bollo dello 0,2%, quando la cifra investita non supera i cinquemila euro.
Conclusioni
I Buoni fruttiferi postali sono lo strumento di investimento ideale per i piccoli risparmiatori che desiderano tutelare il capitale senza correre rischi di sorta. Essi infatti, pur non offrendo rendimenti alti, rappresentano la migliore soluzione per assicurarsi piccoli guadagni senza dipendere dalle fluttuazioni del mercato.