Un assegno circolare non è altro che un titolo di credito pagabile a vista attraverso il quale effettuare pagamenti senza che si sia costretti a impiegare del denaro contante. Con questo strumento la banca emittente si impegna a pagare un certo importo a favore del beneficiario dell’assegno.
Come funziona l’assegno circolare
I soggetti coinvolti nella fruizione degli assegni circolari sono essenzialmente due: l’emittente (ovvero la Banca) e colui che presenta l’assegno in banca al fine di riscuoterlo dopo averlo ricevuto.
In alcuni casi, è possibile che il beneficiario disponga dell’assegno anche se non lo presenta per l’incasso alla banca ma lo trasferisce semplicemente a un soggetto terzo: in questo caso si parla di girata o girare un assegno.
Va ricordato che gli assegni circolari non possono mai essere al portatore. Chi è interessato a ottenere un assegno circolare deve richiederlo in maniera esplicita presso un istituto di credito. La banca rilascia l’assegno solo dopo aver ricevuto in deposito l’importo in denaro che equivale alla cifra dell’assegno.
Anche chi non è possessore di un conto corrente ha la possibilità di richiedere un assegno circolare. Spetta alla Banca d’Italia fornire l’autorizzazione necessaria per l’emissione di assegni circolari. La legge prevede che gli istituti di credito autorizzati posseggano importi disponibili al momento dell’emissione e prestino cauzione.
Un assegno circolare deve riportare espressamente l’indicazione della tipologia di titolo di credito, insieme con la firma della banca emittente e il nome e il cognome del beneficiario (in alternativa, la sua denominazione sociale o la sua ragione sociale).
Inoltre, è necessario che siano segnalati anche la data di emissione, il luogo di emissione e la promessa di pagamento a vista dell’importo, che deve essere scritto sia in lettere che in cifre.
Scadenza dell’assegno
Per quel che riguarda la scadenza dell’assegno circolare, chi lo riceve, dovrebbe cambiarlo o incassarlo entro otto giorni dalla data in cui l’ha ricevuto se risiede nello stesso comune nel quale l’assegno è stato emesso o entro quindici giorni dalla data in cui l’ha ricevuto se risiede in un comune differente.
Bisogna, in qualsiasi caso, che l’assegno venga presentato massimo entro i trenta giorni successivi all’emissione; in caso contrario, l’azione di regresso non è valida.
Assegno circolare postale
Quando si parla di assegno circolare postale si fa riferimento a un tipo particolare di titolo che, in realtà, ha le stesse caratteristiche dei normali assegni circolari, eccezion fatta per la circostanza che lo si può richiedere alle Poste Italiane invece che in banca.
Esibendo un documento di riconoscimento e fornendo i soldi, si ha diritto a ottenerlo, fermo restando che il limite previsto per l’importo è pari a 3000 euro.
Quando non è trasferibile
Quando si parla di assegno circolare non trasferibile si fa riferimento al fatto che il solo soggetto che ha il diritto di incassare un assegno circolare è colui il quale è stato indicato in modo esplicito come beneficiario: ciò è dovuto a quella che viene definita clausola di non trasferibilità, che allo stato attuale costituisce la regola a cui attenersi per questo genere di titolo di credito.
Va detto, comunque, che la clausola di non trasferibilità può essere esclusa in particolari circostanze e nello specifico nel caso in cui l’importo dell’assegno sia superiore a una certa cifra: il titolo, pertanto, può essere trasferito tramite girata.
Verifica della validità: chiedere la “bene emissione”
Quando si ha a che fare con un assegno circolare falso, o che comunque si sospetta non essere vero o valido, il primo passo da compiere consiste nell’accertarsi che ogni sua parte sia stata compilata in maniera corretta.
Inoltre tieni conto che lo stesso è compilato dalla banca emittente con un inchiostro particolare. Un assegno circolare non è mai scritto a mano!
Una volta completata questa procedura, si ha la possibilità di richiedere il bene emissione, che è uno strumento in virtù del quale la banca emittente garantisce / conferma al titolare dell’assegno che lo stesso esiste realmente ed è stato effettivamente emesso e che quindi non è un falso assegno.
Se lo si ritiene più pratico, la richiesta di “bene emissione” può anche essere fatta tramite la propria banca di fiducia che provvederà a contattare la banca che lo ha emesso per verificarne la validità.
Conclusioni
Un assegno circolare, in sintesi, è uno strumento di pagamento (ma, in un certo senso, anche una promessa di pagamento della banca) che evita il ricorso ai contanti: il consiglio è quello di cambiarlo o di incassarlo il prima possibile, anche se l’azione diretta contro la banca emittente si prescrive dopo tre anni dalla data di emissione.